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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Volontà sacrificale Paterna: la terrestre mia passiva inimicale
sul bene inerente: umana autorità. Non più Dio
sacrificatore, ma Dio sacrificale: sconosciuto, ma conoscibile
per illuminazione pneumatica che fa la persona
specchiata. Da qui il Visuato Paterno, verace per quello
che si muove nella persona. Amore di odio: raggio
Paterno sacrificale: è qui la carità sacrificale.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale
questa, da dirci e da fare. Bene appellato e collocato. Bene
augurato e perorato. Bene attualizzato: sia fatta la tua
volontà sacrificale: la celeste e la terrestre. Vuole il sacrificale
suo celeste. Vuole pure il terrestre suo e nostro. Il
nostro attivo e passivo. Il passivo cosmico e inimicale.
Beni componenti, beni aderenti e beni inerenti mi può
sacrificare il nemico.
Dalla dignità umana siamo passati all’autorità umana. Per
illuminare l’umana ci siamo rivolti alla divina che ce l’ha
mostrata prima nel Figlio, poi nel Padre. Nel Padre c’è una
autorità magistrale, ma beneficale.
È la sua creatività, per la quale fa essere in forma potenziale
quello che non era.
Un cosmo buono di bontà vitale e di bontà sacrificale. Per
questa sua bontà, il sacrificale cosmico non è assolutamente
un mezzo punitivo manovrato dalla divina volontà
punitrice: in Dio non c’è alcuna autorità punitiva. C’è
solamente l’autorità sacrificale.
E questo vuol dire che Dio non ama castigare, ma ama
lasciarsi castigare. Dio sacrificatore è invecchiato velocemente.
Il Dio sacrificale è nuovissimo. Il primo l’ha fatto
su, per applicazione dell’umano al divino, l’autorità religiosa
ebraica. Il secondo non è prodotto umano. Era tale
ancor prima che l’uomo fosse.
1) Sconosciuto, pur conoscibile. Anzi l’uomo non l’ha
neppure conosciuto così, pur facendo unità insolubile
con Lui. Solo lo Pneuma può farcelo vedere nella persona
con l’effusione di quella sua luce che fa la persona
specchiata. Guardandosi, la persona si vede, e vedendosi
la persona si dice. Nasce così il Visuato, detto
Paterno, perché mi dà da vedere il Padre dentro di me.
2) La sua veracità non è garantita da alcuna autorità religiosa,
ma unicamente da quella realtà che non solo è
presente nella persona, ma è in funzione continua.
3) Descriverla mi è più facile di una lettura. La lettura si
fa su uno stampato, la descrizione la si fa sul vivo della
persona.
A ogni tocco interno ed esterno di cose o di persone, io
sento con prontezza e con chiarezza estrema. Il sentire è
proprio dell’amore e solo dell’amore. L’amore mi dice se
è per me o contro di me. Se mi piace, la presa appropriatrice
è immediata. Se non mi piace, la respinta eliminativa
è fulminea. Una autentica azione di morte che esce solamente
dall’amore per me. L’amore che mi fa prendere è
amore egoisticale; l’amore che mi fa uccidere è odio.
Amore egoisticale e odio sono in simbiosi: l’uno vive dell’altro.
Anzi, uno alimenta l’altro. Sono due vasi comunicanti:
tanto mi amo, altrettanto odio. Poiché sono e agiscono
in simbiosi, li devo esprimere con una endiadi, che è
questa: amore di odio. Amore di morte. L’amore di odio
non lo fa agire la mia intelligente volontà libera, ma una
forza istintiva per cui l’amore di odio va sempre in azione
non appena si fa sentire. E si fa in azione allettante, perché
quel sentire è tutto imbevuto di piacere. È questa l’unica
radiografia pneumatica fatta dallo Pneuma nella persona,
con la sua perfetta identità. Quell’amore di odio non
risponde al ‘cos’è’, ma a ‘chi è’. È il raggio divino di
amore Paterno sacrificale nell’essere e nel fare. L’autorità
sacrificale Paterna è arrivata fino qui.

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