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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Volontà sacrificale Paterna: la terrestre mia passiva inimicale
sul bene inerente: l’umana autorità. La divina
Paterna beneficale. Quale bontà nel sacrificale cosmico.
La sua parlata:
1) Il cosmo è vita sacrificale
2) Orma Paterna
3) Ci sollecita a vivere la vitalità e la sacrificalità.
4) Ci vuole smuovere dalla adesione terrestre.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale questa, da dirci e da fare. Bene appellato
e collocato. Bene augurato e perorato. Bene attualizzato:
sia fatta la tua volontà sacrificale: la celeste e la terrestre.
Vuole il sacrificale suo celeste. Vuole pure il terrestre
suo e nostro. Il nostro attivo e passivo. Il passivo
cosmico e inimicale. Beni componenti, beni aderenti e
beni inerenti mi può sacrificare il nemico. Dalla dignità
umana siamo passati all’autorità umana.
Per illuminare l’umana ci siamo rivolti alla divina che ce
l’ha mostrata prima nel Figlio, poi nel Padre. Prima la
magistrale, ora la beneficale. Fa essere quello che non era:
è la sua creatività. Si condensa in quel suo stato potenziale
che si è dato trasformandosi. La Bibbia ferma lo sguardo
sulla sola bontà cosmica vitale. Il Visuato ce lo ha
ampliato sulla bontà sacrificale: ‘Il cosmo è buono, ma di
bontà vitale e sacrificale’. Un passo ulteriore può farcene
convinti. Lo facciamo su una richiesta generale: vuoi farcela
vedere questa bontà nel sacrificale cosmico? Il cosmo
è un segno profeticale e quindi parlante. Cosa ci dice?
1) Ci dice in concreto come stanno le cose dal suo inizio:
che la vita cosmica è anche sacrificale in ogni sua fase
evolutiva e ancor più nella sua fase finale.
Atteggiamento umano: come ospiti dobbiamo accettarlo
in tutto quello che non è modificabile.
2) La vita sacrificale cosmica porta visibile l’impronta del
suo fattore. Se la bontà cosmica è vitale e sacrificale,
non sbagliamo ad affermare che pure la bontà del
Creatore è vitale e sacrificale e noi ne conosciamo
l’amore sacrificale. L’abbiamo detto impassibile e
immortale (idea biblica da correggere). Ora il Visuato
me lo mostra passibile e moribile.
E di fatti nella persona ottiene la morte dell’amore ora
solo temporale, ora eternale; come nell’angela che
diventa Satana, appropriandosi dell’amore Paterno che
le si era dato da vivere al sacrificale.
3) La bontà vitale e sacrificale cosmica ci sollecita a vivere
tutta la nostra vita, sia nella sua vitalità come nella
sua sacrificalità. La persona giusta e retta non può buttare
la vita quando vi si addensa la sua sacrificalità, che
non può mai superare le capacità divine che non possono
mancare alla persona disposta ad accettare integralmente
la volontà Paterna. Pietà e compassione per chi
non dispone di una simile forza divina, per avere totalizzato
in vita una egoisticità tale da non poter portare
la sua sacrificalità.
4) Il cosmo nella sua bontà sacrificale ci vuole smuovere
fortemente e incessantemente dalla nostra adesione e
dalla nostra quiescenza terrestre. Come aderiamo
disperatamente alla nostra vita presente, così aderiamo
a quella terra che ci consente di viverla.
La persona si appropriò del suo abitacolo terrestre. A quella
posa e presa egoisticale più volte giunge il sacrificale
cosmico noviziato.
Quella notizia non ci tocca e non ci smuove dalla nostra
giacenza egoisticale, e nemmeno ci apre ad ammettere una
simile possibilità anche per noi. Non ci disponiamo a una
simile eventualità. Eppure l’azione del sacrificale cosmico
è una azione benefica e salutare: ci sollecita continuamente
verso un altro mondo, ma la persona egoisticale si rifiuta
di accogliere una simile sollecitazione. Il cosmo con la
sua duplice bontà è amico della persona. Noi siamo suoi
nemici: vogliamo la sa bontà vitale e bestemmiamo la sua
bontà sacrificale.

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