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Decimo dono rinnovato: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale, terrestre,
passiva, inimicale, sul bene inerente: autorità
umana. La divina Figliale: *) la beneficale: fa scorrere il
bene in modo divino: i miracoli. Il bene non sul male ma
sul bene: sacrificale in atto. Poco di sensibile, tutto da
potenza di volontà. Sono segni parlanti. Che cosa?

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il vecchio
fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del dire
egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare sacrificale.
Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre
nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale questa, da dirci e
da fare. Bene appellato e collocato. Bene augurato e perorato.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale: la celeste
e la terrestre. Vuole il sacrificale suo celeste. Vuole pure il
terrestre suo e nostro. Il nostro attivo e passivo. Il passivo
cosmico e inimicale. Beni componenti, beni aderenti e beni
inerenti mi può sacrificare il nemico. Dalla dignità umana
siamo passati all’autorità umana. Per illuminare l’umana ci
siamo rivolti alla divina. In forma personale di Figlio scende
in Gesù. La prima incontrata è la sua autorità magistrale.
Insegnando fa scorrere se stesso: che è Verità Sacrificale,
unica Via all’eterna Vita. Ve ne scorgiamo pure una seconda
di autorità: la beneficale. Beneficale (aderente all’amore) è un
aggettivo che deriva dalla lingua latina: bonum facere: fare
del bene. Con questa autorità Gesù fa scorrere il bene. Noi
possiamo farlo scorrere solo alla maniera umana e normalmente
egoisticale. Solo Gesù lo fa scorrere alla maniera divina.
Quel modo di far scorrere il bene nel Vangelo lo si chiama:
opera divina o prodigio, o miracolo, o segno.
1) Compie miracoli sulla natura: trasforma l’acqua in
vino, due volte moltiplica il pane, due volte dona ai
suoi la pesca miracolosa.
2) Compie miracoli sui corpi ammalati: le guarigioni.
3) Compie miracoli sugli ossessi: ed ecco la liberazione.
Compie miracoli sui corpi senza vita: le risurrezioni. Fa
azione di vita fisica. Questo bene sensibile. Modo divino.
Gesù lo compie là dove è in atto il sacrificale della
vita (malattia, morte).
Buono o cattivo? Abbiamo pensato che il sacrificale sia
sopraggiunto dopo, quando la prima coppia umana era già
in possesso di una vita fatta essere immortale e sia sopraggiunto
in seguito a un comando proibitivo, a una minaccia
punitiva, a un giudizio applicativo e a una condanna definitiva:
non mangiate per non morire. Che avete mangiato?
Adesso morirete. Vita e suo sacrificale sono simultanei e
sono coessenziali, dove la sacrificalità è una qualità essenziale
alla vita presente. E poiché la vita è dono Paterno,
non lo è di meno la sua sacrificalità. Dono divino è la vita
sacrificale. E non poteva il Padre assegnarci una vita
immortale mentre Lui è amore sacrificale. Il peccato ha
causato unicamente la morte dell’amore Paterno, non la
morte fisica. Gesù risana miracolosamente la vita fisica
quando la incontra ammalata, quando incontra ammalati.
Finanche in questo termine abbiamo lasciato l’impronta
della nostra egoisticità. Ammalato viene dalla lingua latina:
ad malum ire: andare al male (della morte), dove la
morte è un male. Non intendiamo cambiare la parola
‘ammalato’, anche perché ci serve per parlare di una
malattia similare: quella dell’amore; e la morte dell’amore
è il vero male in se stesso.
Gesù cura la malattia ed ecco la guarigione. Scioglie la
morte fisica, ed ecco la risurrezione. Di sensibile ci mette
poco: ora tocca l’ammalato, ora spalma gli occhi accecati
con del fango, ora viene toccato. Ci mette sempre la
potenza di volontà divina. S.Giovanni Evangelista con un
buon intuito lo chiama ‘segni’, e lo sono: qualità sua specifica
è la sensibilità e la loquacità: segni sensibili parlanti:
segni profeticali. E che cosa hanno da dire?
Sicuramente parlano dell’invisibile male.

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