421

Decimo dono rinnovato: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale: terrestre,
nostra, passiva, inimicale sul bene inerente dell’autorità
umana. Con la divina Gesù corregge la legge
del taglione. La corregge inculcando la cedevolezza possibile.
Noi non ci lasciamo convincere perché dignità e
giustizia per noi sono erroneamente inviolabili e irrinunciabili.
Mentre sono sacrificabili.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale
questa, da dirci e da fare. Bene appellato e collocato. Bene
augurato e perorato. Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà
sacrificale: la celeste e la terrestre. Vuole il sacrificale suo
celeste. Vuole pure il terrestre suo e nostro. Il nostro attivo
e passivo. Il passivo cosmico e inimicale. Beni componenti,
beni aderenti e beni inerenti mi può sacrificare il nemico.
Dalla dignità umana siamo passati all’autorità umana. Per
illuminare l’umana ci siamo rivolti alla divina. In forma
personale di Figlio scende in Gesù. La prima incontrata è la
sua autorità magistrale. Con essa fa dilatati gli antichi
comandi giusti e corregge quelli sbagliati. Corregge:
a) il ripudio della donna
b) il giuramento
c) corregge la legge del taglione.
Gesù sta parlando ai suoi discepoli. Il discepolo non è solo
uno che ama curiosare, ma è uno che ama anche imparare
per seguire Gesù con un vivere diverso e contrario a quello
che l’amore di odio istintivo gli ha sempre dettato. Gesù
pone chiaramente due negazioni: niente vendetta maggiorativi,
niente vendetta paritaria (legge del taglione).
Fingere indifferenza? Ad esse oppone un’affermazione:
domanda la cedevolezza portata fino all’estremo possibile:
‘Io invece dico a voi: non resistete al malvagio’. Il principio
generale lo applica a quattro casi ricorrenti nel
mondo ebraico di allora:
1) Percosso alla guancia destra, tu presta anche l’altra nel
caso che il malvagio voglia fare un raddoppio. Il secondo
schiaffo è possibile.
2) Chiamato in giudizio per toglierti la tunica ipotecata, tu
lascia anche il mantello.
3) Costretto dall’autorità militare o civile a fare un miglio,
tu fanne con lui due.
4) A chi desidera da te un prestito, non esigere alcun interesse.
Gesù ci domanda una cedevolezza estrema per una finalità
sottesa: non lasciarci passare ad alcuna azione giudiziale.
Chi perde la causa troverà un solo maledetto rifugio:
l’odio insolubile. Chi vince la causa canterà vittoria alla
sua sconfitta egoisticale. Gesù non chiede alcuna motivazione
per questo nuovo atteggiamento; solo le valide motivazioni
ci possono piegare all’accettazione.
1) Non ci convince perché Gesù non tiene in nessun conto
la dignità umana. Per noi e con noi tutta la Chiesa la
dignità umana è un bene inviolabile che va difeso con
tutti i mezzi. Per Gesù è un bene sacrificabile, tanto che
non gli dobbiamo alcuna difesa. Solo promozione e
difesa della dignità umana, mai per noi la sua sacrificazione.
Siamo forse noi cristiani in un grave errore?
2) Gesù non tiene in nessun conto la giustizia umana per la
quale materialisti e atei hanno ingaggiato una fallimentare
lotta di classe. Una sola regola da difendere: ‘Unicuque
suum’: a ciascuno il suo. Per Gesù questa regola non ha
alcun valore perché è di marchio egoisticale, alla quale
contrappone il valore assoluto del sacrificale estremo.
Non ho nulla da opporre alle sue indicazioni. Mi sento un
suo vero discepolo: del valore assoluto del sacrificale mi
ha fatto convintissimo. Ma non per questo rinuncio supinamente
alla mia critica verso Gesù. Il malvagio è uno che
fa il male ai suoi fratelli, è uno per il quale non solo è
necessaria la correzione, ma è urgentissima, perché non
persista caparbiamente nel suo male. Come mai non hai
fatto alcun cenno alla correzione? (Ammonire i peccatori)

Nessun commento:

Posta un commento