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Decimo dono rinnovato: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale: terrestre
nostra passiva inimicale sul bene inerente della
autorità umana. La divina in Gesù: magisteriale.
Corregge il giuramento eliminando pure il verace. La formula
usata da Gesù: in verità in verità vi dico: non è giuramento.
Il Paterno biblico non è parola di Dio, ma di
persone che fanno fare a Dio quello che a loro fa comodo.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale questa, da dirci e da fare.
Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale: la
celeste e la terrestre. Vuole il sacrificale suo celeste.
Vuole pure il terrestre suo e nostro. Il nostro attivo e passivo.
Il passivo cosmico e inimicale.
Beni componenti, beni aderenti e beni inerenti mi può
sacrificare il nemico. Dalla dignità umana siamo passati
all’autorità umana. Per illuminare l’umana ci siamo rivolti
alla divina. In forma personale di Figlio scende in Gesù.
*) Magistrale la sua autorità: la prima incontrata: con essa
dilata gli antichi comandi giusti, corregge gli antichi
comandi sbagliati. Corregge:
a) il ripudio della donna
b) il giuramento: conferma la condanna dello spergiuro.
Inoltre elimina qualsiasi giuramento: ‘Io invece
dico a voi di non giurare affatto’.
Scorrendo il Vangelo si ha l’impressione che anche Gesù
abbia fatto uso di un suo personale giuramento.
Non una sola volta apre le sue affermazioni solenni con
l’appello alla verità, che nei casi più forti viene finanche
raddoppiato: ‘In verità in verità vi dico’.
Se non è giuramento, lo è almeno equivalente. Vale quanto
un giuramento.
Discorso eucaristico tenuto a Cafarnao: per tre volte proferisce
quel giuramento raddoppiato:
a) La prima: per mettere a nudo l’egoisticità di quella
gente che capisce solamente la pancia piena di cibo:
‘In verità in verità vi dico: mi cercate non perché
avete veduto, ma perché avete mangiato di quei pani
e ne siete rimasti sazi’.
b) La seconda: per correggere le cose sbagliate: ‘In
verità in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane
dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo,
quello vero’.
c) La terza: per sottolineare quel suo pane che necessita
alla salvezza: ‘In verità in verità vi dico: se non
mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete
il suo sangue, non avrete la vita in voi stessi’.
Giuramento? Niente affatto. Vuol dire solo che quel che
dice e annuncia lo estrae dalla sola verità, e la verità è Lui:
‘Io sono la Verità’. Quello che fa scorrere è la verità che
attinge da se stesso. Il Figlio non ha giurato, ma Dio sì.
Aprite la Bibbia dell’Antico Testamento e urterete contro
un giuramento che il Padre ostinatamente ripete:
1) Deuteronomio: Mosè passa il potere a Giosuè: ‘Sii
forte e fatti animo, perché tu entrerai con questo popolo
nel paese che il Signore giurò di darvi ai loro padri’.
2) Sul monte Nebo è Dio stesso che parla a Mosè vicino a
morte: ‘Questo è il paese per il quale ho giurato ad
Abramo, Isacco e Giacobbe. Io lo darò alla tua discendenza’.
Qui Dio ha giurato il vero.
Assurdo: poiché il Figlio condanna ogni giuramento, condannerebbe
anche il giuramento del Padre. Non è il Padre
che giura, ma è un popolo che lo fa giurante, ma solo a
parole, perché il Padre mai ha giurato. È il popolo che
inventa il giuramento di Dio. Per fare questo ingegnano la
fede in Dio, la fiducia in Lui, un presunto dovere di Dio a
bene servire a un popolo buono e fedele a Lui; si fa promettere
una terra e lo costringe alla fedeltà facendolo giurare.
Ne è uscita fuori l’invenzione della terra promessa,
assicurata con tanto di giuramento. Siamo davanti a un
tentativo macroscopico di egoisticizzazione religiosa.
Finanche Dio viene egoisticizzato. Noi uomini religiosi
abbiamo posto in Dio quello che interessa e giova a noi.
Non sarebbe ora che facessimo scorrere in noi quello che
Dio vuole? Vuole la sacrificalità dell’amore che sciolga
finalmente la nostra egoisticità.

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